Scegli uno dei cinque personaggi e scrivi la sua storia…
Turton City. Il Reame di quel cane che fu Buster. La giostra non si ferma in tuguri come Turton City, madre di disperati, sopravvissuti. Gira e trascina i suoi figli dentro labirinti vivi come solo i serpenti sanno avvolgere la preda. L’eredità lasciata da Buster, l’omaggio alla sua città è la fame. Fame di una vita dedita alla più disperata spettacolarizzazione dell’esistenza. Il Demone di ogni morto per le vie di Turton ha divorato ogni morale, sbranato ogni etica e chiunque in questo buco di inferno sia rimasto intrappolato, consumerà una vita che farà invidia al diavolo in persona.
Il gioco è ispirato al romanzo: Quel cane di Buster
Le cinque sedie:
1 – Non aveva mai vinto un incontro. Né mai ne avrebbe vinto uno. Né mai qualcuno era riuscito a mandarlo al tappetto. Nessuno ci sarebbe riuscito. Collezionava sconfitte ai punti e qualcosa di cui nessuno si accorse mai. E ogni volta che l’arbitro sollevava il braccio del suo avversario, lui sorrideva felice. Non al pubblico, non all’arbitro, non all’avversario. A quella sensualissima vocina da donna che sentiva solo lui. “Bel lavoro, anche stavolta, amore.”
Paw Punch Patrick, lo chiamavano. La sua leggenda si diffuse ben oltre i confini di Turton City. Pugile lo dicevano. Ma era un ladro.
2 – “Triple Pi?” la donna affannava nuda, rotonda e morbida ancora avvinghiata al corpo massiccio dell’uomo. “Se fossi magra e bionda domani?”. L’omone la sbirciò sorridente. “Basta che ti possa ancora toccare. Scegli la donna che ti pare.” Ma la donna magra e bionda che scelse sapeva chi l’aveva uccisa e perché. “Pi?”, “L’hai trovata!”, “Pi, non è stato un incidente!”.
3 – Eric Creim Richardson sedeva sulla seggiola di legno scheggiato sotto le corde. Fumava e guardava l’ennesimo incontro identico. I giudici emanavano il verdetto. Segnò il punteggio sul suo blocchetto. Numeri simili alle dieci serie precedenti. L’arbitro sollevava il braccio al vincitore, ma sorrideva solo lo sconfitto. Aveva giurato che non avrebbe più accettato più incarichi che lo incuriosissero. Ma, si prese in giro, non lo avrebbe pagato nessuno per quella strana attrazione, quell’enorme sconfitto sorridente, quindi non sarebbe stato lavoro. Si alzò e andò a ritirare la sua vincita.
4 – Billy Sorrentino. Nove anni, una solo combinazione di bretelle e pezze rattoppate nel guardaroba. Per l’unico uomo per cui avesse una minima importanza era “Secchio”. L’unico autorizzato all’angolo del perdente. Secchio non era un bel nome, ma era l’unico, in tutta la città, a non averlo preso a calci, a avergli dato un posto sicuro per dormire, da mangiare e una pacca sulla testa. Billy Secchio Sorrentino, il gatto più randagio e veloce della città. Portava spugne, acqua e sputacchiere. Schiacciava via edemi e cuciva ferite. Leggeva tecniche, strategie e difetti di un combattente in pochi secondi. Sentiva e riferiva tutto. Rubava. “Quante cose si imparano, all’angolo di un ring dentro la peggiore Turton City” sorrideva grato all’uomo gigante che portava a letto una donna diversa ogni giorno.
5 – Nessuno conosceva Laila LordMann di SilverHill. Per Turton City era Betsy Bully. Tutte le creature per bene dormono elegantemente la notte. Betsy Bully la notte sgattaiolava con la sua fida guardia del corpo (un furetto tuttofare di nome Billy, che tutti chiamavano Secchio) fino alla vicina Turton. Iniziò Cameriera rissaiola, imparò il peggio nelle lerce tane per scommettitori, pugili, puttanieri e beoni. “Mi fa impressione come una donna possa abbassarsi e corrompersi fino a questo punto!” disse suo padre a pranzo, mentre leggeva un articolo dedicato alla misteriosa Betsy Bully di Turton City. “Vergognoso, padre.”, rispondeva pur composta dopo poche ore di sonno.Betsy Bully, la regina del Loser’s Rose.
Vi lasciamo il racconto del coraggioso pirata che è riuscito a ormeggiare prima che il vecchio sito andasse off, e che sia un buon augurio per tutti i nuovi giochi che affronteremo/ete: